Content text Teoria-dei-Linguaggi-risposte-alle-domande-in-piattaforma.pdf
MODULO 1 MODULO 2 MODULO 3 MODULO 1 (manca soltanto la risposta 9) 1. Esporre i vari modi in cui viene declinata la disciplina denominata con gli appellativi “teoria dei linguaggi” e “filosofia del linguaggio”: Oggi tendiamo a definire teoria dei linguaggi quella disciplina che precedentemente veniva denominata filosofia del linguaggio. Una delle caratteristiche della stessa è quella di non richiedere conoscenze pregresse in ambito filosofico. Ciò è dovuto in particolar modo a quella capacità che, secondo Lia Formigari, può essere definita in due modi: - capacità metalinguistica, ossia quelle capacità che hanno portato alla creazione delle strutture e delle regole di una determinata lingua oltre che del meccanismo in cui tali lingue funzionano; - capacità epilinguistiche, cioè quelle capacità innate che ritroviamo nel bambino durante la fase di apprendimento di una lingua, quando fa domande relative alla lingua, quando si interroga sulle motivazioni per cui si dica in un certo modo e non in un altro. Altro elemento fondamentale è la distinzione tra lingua e linguaggio; alcune lingue non propongono tale distinzione (inglese, tedesco), tuttavia in linguistica per linguaggio intendiamo quella capacità, quella facoltà innata che è caratteristica di diverse lingue storico naturali. Quando parliamo di linguaggi, comunque, non dobbiamo pensare di far riferimento soltanto alle lingue verbali ma anche a diversi sistemi di segni. 2. Illustrare le caratteristiche principali della contrapposizione tra filosofia analitica e filosofia continentale nel panorama culturale europeo del XX secolo: Per comprendere le caratteristiche principali della filosofia analitica e di quella continentale è necessario introdurre, seppur brevemente il cosiddetto linguistic turn. Per linguistic turn intendiamo quella vera e propria svolta linguistica che, convenzionalmente, rappresenta il passaggio tra Ottocento e Novecento e che mette in evidenza l'importanza del linguaggio. Il linguaggio diviene, quindi, la condizione trascendentale di qualsiasi esperienza e lo studio di esso viene analizzato attraverso due diversi tipi di filosofia, quella analitica e quella continentale. Tra le principali divergenze troviamo sicuramente la modalità di superamento dell'idea di metafisica. Se per la filosofia analitica occorre promuovere un avvicinamento della filosofia alla scienza (soprattutto alla logica), per la filosofia continentale la concezione dell'attività filosofica è molto più pluralistica poiché la riflessione sul linguaggio è spesso in dialogo con altre discipline (basti pensare alle nozioni di relativismo, di pensiero debole, alle diverse prospettive ermeneutiche). Sulla base di quanto introdotto, possiamo comprendere la richiesta (o, meglio, la pretesa) della filosofia analitica di una sorta di superiorità rispetto a quella continentale poiché basata su un rigore scientifico e una precisione maggiori rispetto a quanto proposto dalla filosofia continentale. Si reclama una maggior forza argomentativa alla quale la filosofia continentale ha risposto criticando i tecnicismi esasperati della filosofia analitica, la chiusura rispetto a coloro che non sono all’interno della discussione. Ciò che, comunque, occorre sottolineare, è il fatto che entrambe le filosofie hanno tratto giovamento l'una dalle critiche dell'altra per un loro continuo sviluppo e superamento che ha portato alle successive prospettive post-analitiche e post-continentali. 3. Spiegare che cosa s’intende per superamento della metafisica in rapporto al linguistic turn che ha caratterizzato la filosofia del Novecento accomunando filosofi analitici e filosofi continentali: Durante il corso, abbiamo definito le due filosofie, quella analitica e quella continentale, come post-filosofie o anti-filosofie. La distanza dalla metafisica è un atteggiamento comune a entrambe le filosofie e deriva dall'idea che ogni esperienza umana è sempre filtrata dal nostro linguaggio e, di conseguenza, senza linguaggio non esiste alcun tipo di conoscenza. Il superamento della metafisica diviene quindi un autosuperamento della filosofia. Vi sono diverse convergenze tra le due filosofie, illustrate da Franca D’Agostini nel volume “Analitici e continentali - Guida alla filosofia degli ultimi trent’anni” e che possiamo elencare come segue: - soggettività linguistica: il ruolo del soggetto parlante all'interno del linguaggio. Esso riguarda il tema della centralità del soggetto durante la sua attività linguistica. - rottura con le tradizioni filosofiche dell'ottocento: quella ottocentesca è una tradizione fortemente classica nella quale il pensiero è uno studio, un'esplorazione della totalità dell'esperienza umana. Si privilegia il linguaggio come luogo di riflessione a parte, benché fortemente in dialogo con altre discipline. Vengono rifiutate le teorie di Hegel e Shelling, i quali ritenevano che l'essere umano avesse pensato tutto ciò che era possibile pensare.